Della serie quando uno porta sui tratti del viso la geografia della terra da cui proviene. Il fatto che non potrebbe sembrare più irlandese neanche se si vestisse da folletto dipinto di verde, però, non è mai stato un limite per lui; anzi, lo sguardo tra il disincantato e lo sprezzante, di uno che non sai mai se sta per salutarti o mandarti al diavolo, ne ha reso celebre ogni interpretazione, invero mai una uguale all’altra.
Dandogli una seconda occhiata, si direbbe che ha la faccia “in costume”; non a caso in moltissimi dei film in cui ha lavorato lo vedono collocato nelle più diverse e lontane epoche, dalle Crociate ai riots irlandesi degli anni ‘20, dalla caccia alla balena bianca ai Five Points resi famosi dal maestro Scorsese e, ovviamente, sempre indossando panni differenti. Dipenderà dal fatto che – sempre la faccia! – le sue espressioni non sono quelle tipiche di certi attori legate ad una connotazione temporale ben precisa (alzi la mano chi non si è messo a ridere vedendo George Clooney vestito da antico romano o Colin Farrell fare Alessandro Magno!) e pertanto lo rendono di conseguenza interprete versatile come pochi.
Sono i ruoli come i suoi, le sue figure ingombranti, la chioma leonina che lo pongono nel gruppo di interpreti mai benedetti abbastanza, perché se non ci fossero loro appena dietro il protagonista poche inquadrature e narrazioni ricaverebbero il senso che alla fine hanno. Alla Mostra quest’anno con l’ultimo lavoro di Todd Phillips: si salvi chi può!
Due anni dopo aver ucciso in diretta televisiva Murray Franklin e aver cavalcato l’onda di una città in piena guerra civile, Arthur Fleck è rinchiuso nel manicomio criminale di Arkham, ancora preda dei suoi deliri. Qui incontra l’amore della sua vita, Harleen Frances Qui...
Nello splendido milieu di Scorsese l’America è nata nel segno del sangue e della vendetta. Lì come altrove il problema è che c’è sempre qualcuno che è nativo da prima di te.
Finale assolutamente da non spoilerare, anche dopo vent’anni: da una tragedia familiare nasce un sogno e il sogno prima o poi diventa incubo, perché come la vita anche la curiosità non ha limiti.
Serve una faccia irlandese purosangue per interpretare uno della Cia (Gleeson) e siccome anche il personaggio del militare è irlandese (Matt Damon), le cose non possono andare che male.
Meravigliosa rivisitazione della vicenda di Moby Dick, con lo stesso Melville giovane inviato come protagonista e il superstite (Gleeson) che è il suo contraltare. Magnifico testa a testa nella penombra delle candele.
È la vita vera quella che viene narrata o i personaggi dell’isola sono loro stessi gli spiriti? Qualcosa si rompe tra due amici e in lontananza ci sono i bagliori della guerra civile. Brendan Gleeson on violin.