Chiedi chi erano i Beatles

Il documentario di Andrei Ujicăin sullo storico concerto allo Shea Stadium
di Anne Gauthier
  • mercoledì, 4 settembre 2024

Con il suo documentario TWST – Things We Said Today (Fuori Concorso), Andrei Ujicăin esplora il tour statunitense dei Beatles del 1965, concentrandosi in particolare sul loro storico concerto allo Shea Stadium, esaminandone l’impatto culturale e le sfumature politiche attraverso un mix di filmati d’archivio e narrazioni personali.

Tornare ai Beatles, più di 50 anni dopo la loro separazione, è come tornare a una sorta di Eden, alla fonte originale della Great Electrified Popular Music. In questa saga che attraversa l’intero decennio degli anni ’60, cosa rappresentano, in termini narrativi, il concerto allo Shea Stadium e, più in generale, il tour negli Stati Uniti del 1965?
Il secondo tour dei Beatles negli Stati Uniti, nell’estate del 1965, è iconico. Segna l’ascesa della Beatlemania come fenomeno globale, celebrando da un lato la rivoluzione innescata dalla musica pop elettrificata, ormai in pieno svolgimento, dall’altro gli stessi Beatles come suoi iniziatori. Non si tratta solo di un’apparizione di nicchia della “cultura giovanile”, ma di una rimodulazione del profilo emotivo di un’intera generazione, su scala mondiale. Il concerto allo Shea Stadium, spettacolo di apertura del tour, è stato un momento germinale, poiché le immagini delle urla liberate estaticamente dagli adolescenti nello stadio hanno fatto il giro del mondo, oltrepassando persino la cortina di ferro, dove mi trovavo all’epoca. La sensazione che il paradigma sociale del mondo potesse essere cambiato attraverso questi momenti catartici era improvvisamente tanto euforica quanto palpabile.

Quali fonti hai utilizzato per costruire questo film?
Ho sfruttato il fatto che il 1965 cadeva proprio nell’età d’oro del reportage televisivo americano, generalmente girato su pellicola 16mm da brillanti cameramen, capaci di offrire immagini di altissima qualità cinematografica. Le fonti principali per la prima parte del film in bianco e nero sono stati gli archivi di ABC, CBS e NBC, oltre a quelli provenienti dal lavoro di corrispondenti dell’epoca che collaboravano con grandi reti televisive europee di New York, ORTF e ARD. Nella seconda parte del film, a colori, utilizzo più immagini da filmati amatoriali su pellicola 8mm, acquisiti per lo più su eBay. Lo stesso avviene con il testo del film, che incorpora dati estratti da una biografia ‘autofittizia’ di Geoffrey O’Brien e dal diario dell’epoca di Judith Kristen. A questi ho aggiunto frammenti di un racconto che ho scritto in gioventù, Isabela, Amica delle Farfalle, dando l’impressione che il giovane autore, protagonista del film, lo stesse scrivendo in quell’estate. Attraverso tali giustapposizioni, il film pone la sua domanda più personale: cos’è realmente una vita, un reportage o un racconto?

I tuoi film precedenti hanno uno spirito sovversivo e sono strettamente legati alla dimensione politica, spesso nella sua forma catastrofica. Questo film sui Beatles condivide anch’esso quel DNA?
Per quanto riguarda l’”estetica sovversiva”, TWST non è certamente più “ben educato” di qualsiasi altro mio film. Quanto al suo DNA politico, penso che il montaggio parallelo del tranquillo weekend di New York e delle rivolte di Watts a Los Angeles dimostri cheche funziona ancora.

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