Se non nasci George Clooney, Brad Pitt o Johnny Depp e non hai chance di diventare un sex symbol, che fai se vuoi comunque darti al cinema? Fai John Turturro, quello dallo sguardo obliquo, dal sorriso indecifrabile. Insomma, fai quello al quale, per l’appunto, mai e poi mai può capitare di essere confuso con la star del momento (leggendaria la battuta attribuita a John Wayne, che diceva di non riuscire a distinguere Al Pacino da Dustin Hoffman), dal momento che se sei John Turturro, assomigli per forza di cose solo a te stesso. E così entri negli sguardi e nella memoria non solo degli aficionados della settima arte, ma anche degli spettatori un po’ meno attenti, ai quali però non può davvero sfuggire nessuno dei personaggi interpretati in quasi quarant’anni di carriera, sia come attore sia come regista.
Interprete di enorme personalità e duttilità, con la faccia da italiano che più di così non si può, diviene presto e quasi inevitabilmente attore-feticcio di un orgogliosissimo afro come Spike Lee, in barba ai noti dissapori tra le due comunità negli USA. Sette film possono ben bastare a testimoniare lo strettissimo legame con un regista e agitatore culturale non esattamente famoso per il suo carattere accomodante, cominciando dal pizzaiolo razzista di Fa’ la cosa giusta – un film che ha rappresentato la consacrazione per entrambi – e da Mo’ Better Blues, in cui interpreta mirabilmente la parte di un ebreo. E chi meglio di lui, alzando ancor di più l’asticella autoriale, poteva entrare nel mood di Ethan e Joel Coen, partecipando a formidabili lavori quali Crocevia della morte, Barton Fink, Fratello dove sei e, soprattutto (non si finisce mai di parlare di questo film), Il grande Lebowski?
Oltre alla lunghissima carriera da attore, firma ben cinque film come regista.
Ingrid e Martha erano care amiche da giovani, quando lavoravano per la stessa rivista. Ingrid è poi diventata una scrittrice di romanzi semiautobiografici mentre Martha è una reporter di guerra e, come spesso accade nella vita, si sono perse di vista. Non si sentono ormai da...
Fa caldo a New York: nel perenne cazzeggio di una cacofonica umanità esplode improvvisa la violenza. Non c’è dialogo, neanche con la pizza.
Morte e trasfigurazione (e di nuovo morte) di un viscido e affascinante personaggio. Film inspiegabilmente in parte rinnegato dai Coen.
Ascesa e crollo di un ambizioso scrittore che cerca di sfondare nel mondo degli sceneggiatori nella Mecca del cinema. Turturro fa William Faulkner in un hotel degno di Shining.
Ovvero come gli americani hanno inventato Lascia o raddoppia. Un rampollo della famiglia Van Doren deve vincere anche con l’imbroglio contro il poco presentabile Herb. Lo firma Robert Redford e si vede, eccome se si vede!
Lo spavaldo Jesus con la sua incredibile retina per i capelli è una delle mille bellezze di questo film irripetibile (e per fortuna non ripetuto come sequel).