Vi sono numerosi richiami tra il primo stupendo romanzo di Antonio Scurati Il rumore sordo della battaglia (2002) e M. Il figlio del secolo 2018. Il giovane Sebastiano e il condottiero di Ventura Malacarne disprezzano le armi da tiro, di recente introduzione alla fine del 1400, e chi le usa, preferiscono guardare negli occhi il nemico. In M. Il figlio del secolo Albino Volpi arruolato negli Arditi amava uscire da solo dalle trincee armato di un solo coltello per sgozzare la sentinella nemica. O i Caimani del Piave, gli incursori specializzati nell’attraversare il fiume di notte per assassinare le vedette del nemico. Scurati è uomo informato sui fatti, è stato infatti il Curatore del Centro Studi sui linguaggi della guerra e della violenza presso l’Università di Bergamo. L’altro legame più determinante è il silenzio dei più di fronte alla violenza. Mussolini, in un romanzo sempre documentato e ancorato alle fonti storiche, si presenta con i suoi dubbi interiori, ma anche in tutta la sua ambizione, le sue contraddizioni sono incessantemente esplorate. Non sono taciute le responsabilità dell’uomo, ma più grandi sono quelle delle autorità, del sistema, della maggioranza silenziosa.
Ispirata all’omonimo romanzo di Antonio Scurati, la serie racconta la storia di un uomo (M.), che è stato capace di rinascere molte volte dalle proprie ceneri, caratterizzato da un intuito politico che all’epoca non conobbe ostacoli. Attraver...
Nel 1924 il memoriale Cesare Rossi, fascista della prima ora, accusa Mussolini del sequestro e omicidio di Giacomo Matteotti. Tutti giudicano il Primo Ministro spacciato. Eppure, nella seduta del 3 gennaio, Mussolini alza il libro delle regole democratiche in faccia ai parlamentari e li sfida a far valere l’art 47 per accusarlo e portarlo dinanzi all’Alta Corte di Giustizia. Nessuno dei presenti oserà fiatare. Interessante il tentativo di penetrare nei procedimenti mentali di Mussolini, da parte di Scurati sempre ben attento a non demonizzarlo. Ad esempio alla Fondazione dei Fasci del 1919 il futuro dittatore presumibilmente si interroga, chiedendosi se ha qualcosa da dire, guarda i pochi partecipanti, «spostati, delinquenti, genialoidi… pregiudicati… una bohème politica di reduci, ufficiali e sottufficiali… – e confessa che – li desidera come il maschio desidera la femmina e insieme li disprezza».
Romanzo avvincente, pieno di inneschi esplorativi raramente approfonditi (il ruolo della Francia nel finanziare il primo fascismo? O l’incontro tra Bordiga e Lenin a fine Ottobre 1922…) e con una scrittura da romanzo d’avventura, così come dalla definizione della Treccani, “ricca di colpi di scena”.