«Bruciando le tappe, già al secondo film Maura Delpero è in Concorso a Venezia 81, diventando la prima cineasta altoatesina in gara per il Leone d’Oro», ha dichiarato Birgit Oberkofler, Head di IDM Film Commission Südtirol, per la quale «Vermiglio è un chiaro esempio di quello che facciamo per sostenere l’industria audiovisiva».
Dopo essersi formata e fatta apprezzare in Italia e all’estero con l’opera prima Maternal, per realizzare il suo nuovo film Maura Delpero è tornata a casa, nella regione dove è nata, scegliendo la maggior parte delle location tra Alto Adige e Trentino e attingendo al know-how dei professionisti locali per il fondamentale supporto alla produzione.
Ricostruzione minuziosamente realistica della vita nel villaggio che dà titolo al film nell’arco di quattro stagioni, con un realismo che guarda alla lezione di Ermanno Olmi . Inverno, 1944. In un paesino di alta montagna in Trentino, dove la guerra è un orizzonte lontano ...
Ambientato tra il 1944 e il 1945, il film segue la storia di tre sorelle, Lucia, Ada e Flavia, nell’ultimo anno del conflitto mondiale. Oltre a Vermiglio – da cui il titolo del film –, Carciato, frazione di Dimaro-Folgarida, Comasine, frazione di Peio, tutte in Trentino, e i paesaggi boschivi della Bassa Atesina in Alto Adige sono i luoghi in cui è stato girato il film capaci di restituire un’atmosfera suggestiva e senza tempo.
Delpero ha scelto di ambientare alcune scene della seconda parte del film nel Convento di San Floriano, a Laghetti, vicino al comune di Egna, ai piedi del Monte Madrutta. Nel folto del bosco, lontano dai centri abitati, questo edificio romanico del XIII secolo anche chiamato Klösterle, che un tempo accoglieva i pellegrini in viaggio per Roma, appare davvero come un luogo incantato.