I’m Still Here_Il film inizia e finisce all’insegna del tropicalismo, magnifica invenzione di Caetano Veloso e Gilberto Gil che metteva insieme le varie anime del Brasile, Rio e San Paolo nel loro eterno conflitto simbolico, l’arcaismo di Bahia, il futurismo di Brasilia. I cinquant’anni in cui si svolge la storia della famiglia Paiva si fissano allora nella magia inafferrabile di quei suoni, perché il tropicalismo non è solo musica, ma anche poesia, performance, fusione di foresta e grattacielo. Nella storia di mezzo, la dolorosa ricerca della verità da parte dei sopravvissuti, prevale la dolente musica composta da quell’inafferrabile folletto che è Warren Ellis, storico sodale di Nick Cave.
Why War_In questo oratorio a cinque voci di Amos Gitai, due di queste voci sono musica. Insieme a Irène Jacob, pura luce di bellezza, Einstein con le sue istanze progressiste sulla possibilità istituzionale di estirpare la guerra dal mondo, Freud e le sue riflessioni sulle macerie da cui nasce la cultura, la musica di Louis Sclavis e il Viennese Chamber Choir che canta Britten non danno un attimo di tregua, creando un tappeto continuo che agisce da collante a questo film frantumato, senza centro, senza pace.
Brasile, 1971. In un Paese stritolato dalla morsa della dittatura militare la vita di Eunice Paiva e dei suoi cinque figli cambia drasticamente dopo la scomparsa del marito, l’ex deputato del Partito Laburista Brasiliano Rubens Paiva. Tratto dall’omonimo libro di memorie d...
Quando le Nazioni Unite nel 1932 chiesero ad Einstein di scegliere un intellettuale a cui porre una singola domanda, la sua scelta ricadde su Freud. Il loro dialogo inizia con due parole, riprese nel titolo del film, che hanno definito il discorso moderno sulla violenza di mas...