Leurs enfants après eux_I fratelli Boukherma pensano che la colonna sonora di un film sia mettere, ogni 10 minuti circa, una canzone pop a pieno volume. A malincuore, dobbiamo dire che funziona alla grande.
The Room Next Door_Alberto Iglesias ha firmato le colonne sonore di tutti i film di Almodóvar degli ultimi trent’anni. Conosce alla perfezione il suo cinema, sa che il regista spagnolo è il più grande interprete europeo del melò, e, superati i momenti passati di rigetto del genere, ad esso è tornato con la devozione di un tempo. Ne nasce una colonna sonora di altissima fattura timbrica e strumentale, che all’inizio del film si affida al genere del quartetto d’archi per poi passare ad un sinfonismo sempre molto in controllo. In numerosi passaggi la colonna sonora si anima di una forza, una vivacità che può ricordare le colonne sonore degli anni ’50 cui era demandato il compito di investigare nel rimosso psicologico del film. La musica non si limita più a supportare, ma scava, illumina angoli nascosti, si agita di una sua individualità che in apparenza sembra in contrasto rispetto alla composta elegia della narrazione ed al doloroso auto-controllo della recitazione delle due attrici. Ma è un contrasto che non disturba, anzi, produce nuovi livelli di lettura. In questi casi davvero la colonna sonora diventa un fattore interpretativo del film e non si limita a regalare alle immagini un bel suono che apre i cuori.
Adattato dall’omonimo romanzo di Nicolas Mathieu (Premio Goncourt 2018), la storia ci riporta all’agosto del 1992 in una valle remota nell’est della Francia, dove le industrie stanno chiudendo i battenti. Per vincere la noia che domina le torride giornate d’estate il q...
Ingrid e Martha erano care amiche da giovani, quando lavoravano per la stessa rivista. Ingrid è poi diventata una scrittrice di romanzi semiautobiografici mentre Martha è una reporter di guerra e, come spesso accade nella vita, si sono perse di vista. Non si sentono ormai da...