Tutto qui al Lido passa dal buio alla luce. Nuove produzioni, nuovi volti di un’arte che nasce dall’oscurità e approda alla luce. Ma c’è un altro buio dal quale si può emergere grazie al cinema: le tenebre dell’oblio, della dimenticanza. From Darkness to Light, selezionato per la sezione doc di Venezia Classici, documenta il ritorno alla luce del film dimenticato di Jerry Lewis, The Day the Clown Cried.
Il suo film proibito, forse il suo progetto più ambizioso e personale che lo vedeva nei panni di un clown chiuso in un campo di concentramento, ha ritrovato la luce in un deposito della Europa Film, casa di produzione svedese inizialmente coinvolta nel progetto e poi finita in bancarotta. «Vivere significa commettere errori», dichiara Lewis in un’intervista riportata nel film. Ed è la gestazione del suo capolavoro mancato, il suo destino, tra mito e oblio, il suo “errore” a essere raccontato nel documentario firmato da Michael Lurie e Eric Friedler che finisce col mettere in luce l’umanità di un autore troppo schiacciato sull’immagine farsesca e anarchica che è stata la sua maschera planetaria.
The Day the Clown Cried (Il giorno in cui il clown pianse), tanto celebre quanto misterioso film sull’Olocausto, è il leggendario lavoro incompiuto di Jerry Lewis, mai portato sul grande schermo e oggi al centro del documentario di Michael Lurie e Eric Friedler, che present...
Il film ha origine dalla scoperta del materiale girato di The Day the Clown Cried, un progetto ambizioso e mai completato, nato dal genio di Jerry Lewis. Qual è il significato storico di questo materiale?
Il suo significato è immenso, poiché offre uno sguardo su uno dei film più noti e misteriosi della storia di Hollywood. Questo materiale ha valore non solo come parte dell’eredità cinematografica, ma anche come finestra sull’ambizione di Lewis, la sua volontà di superare i limiti e l’assunzione di responsabilità del rischio creativo. Il film può essere considerato un emblema dei limiti della comicità e dei dilemmi morali che i registi affrontano quando si confrontano con eventi storici tragici.
Perché documentare questa storia sconosciuta? Cosa aggiunge questo film alla nostra comprensione di Jerry Lewis come attore e regista?
La nostra intenzione nel documentare questa storia enigmatica è stata esplorare le complessità di Jerry Lewis sia come genio comico che come artista profondamente ambizioso. Il film aggiunge una nuova dimensione all’autore, rivelando il suo desiderio di andare oltre i ruoli comici che hanno definito la sua carriera e di confrontarsi con materiale più serio, impegnativo e drammatico. Esaminando la travagliata storia di produzione dietro questo film incompiuto, possiamo vedere un lato più sfumato di Lewis, quello di un artista non spaventato nell’affrontare verità scomode, ma anche profondamente influenzato dalle pressioni dell’industria e dalle sue stesse ambizioni artistiche.
Come si inserisce The Day the Clown Cried nel contesto dei film comici che trattano temi tragici, e cosa rivela delle sfide creative e produttive affrontate da Lewis negli anni ‘70?
Si inserisce nella più ampia tradizione di quel contesto, ma si distingue anche per il suo argomento estremo: l’Olocausto. Mentre altri film hanno saputo fondere con successo la commedia e la tragedia, il progetto di Lewis ha affrontato sfide significative: l’argomento era considerato troppo delicato per essere trattato attraverso la commedia in quel periodo, e l’industria cinematografica non era pronta per un mix così audace di umorismo e orrore. Le sfide che Lewis ha affrontato con questo film sono emblematiche di una Hollywood in cambiamento negli anni ‘70.
Come questo film incompiuto riflette il lato tragicomico di Jerry Lewis e la sua visione artistica, e cosa ci dice del suo lascito e del suo coraggio come “Re della Commedia”?
Il film incarna la visione artistica di Jerry Lewis, che ha usato la comicità per esplorare la condizione umana, anche nei suoi momenti più oscuri. Il progetto dimostra che Lewis non si accontentava di essere solo il “Re della Commedia”, ma voleva essere riconosciuto come un regista serio in grado di affrontare temi profondi. Nonostante il suo fallimento, i suoi sforzi rimangono una testimonianza del suo coraggio come artista e mostrano che era disposto a rischiare la sua reputazione e carriera per perseguire una visione tanto personale quanto rischiosa. Per noi come cineasti, il suo lascito è ulteriormente arricchito da questo film, poiché mette in luce la sua complessità sia come comico che come autore, nonché la sua volontà di avventurarsi in territori inesplorati, anche a costo di grandi sacrifici personali.