Travolgente Wertmüller

L’”insolito destino” di Melato e Giannini, nel restauro della Cineteca di Bologna
di Lorenza Ambrosio

La prima donna della storia del cinema mai nominata per l’Oscar come miglior regista travolge l’Italia agostana con l’indimenticabile pellicola casereccia che combina magistralmente umorismo, ironia e cinismo.

Le sinuose dune di Sardegna sono un palcoscenico intimo dove si svolge una moderna battaglia fra i sessi che si nutre e si prende gioco della lotta di classe marxista più classica. Una metafora arguta del compromesso storico tanto in politica quanto tra le lenzuola, fu tuttavia definito (Anthony Kaufman) come «forse il film più scandalosamente misogino mai realizzato da una donna». L’alchimia erotica e intellettuale fra Melato, bellissima e autentica, e Giannini, splendido “stramicione meridionale”, consolida una coppia memorabile del cinema italiano che resterà per sempre incisa nei nostri cuori. Wertmüller, preziosa assistente di Fellini, ha scritto e diretto circa trenta film, seguendo sempre il proprio istinto divertito e incassando con disinvoltura i fendenti della critica. Etichettata tanto misogina, reazionaria, bigotta, quanto femminista, visionaria, anticonformista, ha sfidato il pubblico in Italia e all’estero con i suoi racconti incendiari di anarchia, fascismo, criminalità dedicando uno sguardo amoroso alla “questione meridionale” esordendo con I Basilischi, che resta l’unica bellissima versione de I vitelloni girata da una donna. Sguaiata e focosa non somiglia a nessuno se non per alcuni tratti sanguigni e spiritosi al grandissimo Tinto Brass. Da rivedere sempre.

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