Una vita vissuta intensamente

Leone d’Oro alla carriera a Sigourney Weaver e Peter Weir
di Redazione VeNews
  • anteprima 2024

Quarantadue anni dopo il sodalizio artistico nel film Un anno vissuto pericolosamente, il talento visionario di Peter Weir e la forza interpretativa di Sigourney Weaver si incontrano di nuovo quest’anno al Lido, entrambi Leoni d’Oro alla Carriera dell’81. Mostra del Cinema di Venezia.

A due anni da Master Gardener di Paul Schrader, Sigourney Weaver torna al Lido per ricevere – mercoledì 28 agosto, giorno di apertura – il primo dei due Leoni d’Oro di questa 81. Mostra del Cinema. Nata Susan Alexandra Weaver a New York nel 1949, Weaver è diventata un’icona del cinema grazie alla sua versatilità e alla capacità di interpretare personaggi complessi e memorabili. Dopo alcuni ruoli minori, la sua carriera decolla nel 1979 con Alien di Ridley Scott, in cui veste i panni di Ellen Ripley, una scienziata e ufficiale spaziale forte e determinata. Il ruolo la consacra come una delle prime eroine d’azione femminili del cinema, sfidando gli stereotipi di genere. «Uno dei veri piaceri di Alien è guardare una star come Sigourney Weaver», scriveva Ty Burr del Boston Globe. Riporterà sullo schermo Ripley sette anni più tardi, nel 1986, in Aliens – Scontro finale di James Cameron, che le vale le nomination agli Oscar e ai Golden Globe come migliore attrice, e nel 1992, in Aliens 3 di David Fincher. Del sequel di Jean-Pierre Jeunet del 1997 (Alien – La clonazione) sarà anche co-produttrice. Weaver ha attraversato la storia del cinema degli ultimi decenni con la sua bellezza al di là di qualsiasi canone prestabilito e con la sua naturale capacità di imprimere ad ogni ruolo tratti distintivi di pura originalità ed intensità, capace infine anche di mettersi in gioco con autoironia in ruoli più leggeri. Da Ghostbuster a Gorilla nella nebbia, da Una donna in carriera a The Village, da La morte e la fanciulla ad Avatar, sono oltre 60 i film in cui Sigourney Weaver ha recitato, diretta da alcuni dei più grandi nomi di Hollywood, fra gli altri Woody Allen, Ridley Scott, Roman Polanski, James Cameron, David Fincher e Peter Weir, che come lei riceverà quest’anno l’ambito Leone d’Oro alla Carriera.

Sigourney Weaver
Focus sull'attrice che riceve quest'anno il leone d'oro alla carriera

Noto per la sua capacità di creare atmosfere oniriche e surreali, spesso ambientate in luoghi remoti e selvaggi, Peter Weir (Sydney, 1944) vanta una filmografia che spazia da drammi storici a thriller psicologici, caratterizzata da una grande attenzione ai dettagli e da una profonda sensibilità per i personaggi. Weir inizia il suo viaggio nel mondo del cinema negli anni ‘70, un periodo d’oro per il cinema australiano, che lo vede capofila della cosiddetta Australian New Wave. Il suo primo successo internazionale, Picnic at Hanging Rock (1975) è un thriller enigmatico che svela il suo talento unico nel creare atmosfere suggestive e inquietanti. Nel 1985, con Witness – Il Testimone, Weir fa il suo ingresso a Hollywood dirigendo Harrison Ford, ma sarà L’attimo fuggente (1989), con Robin Williams e un esordiente Ethan Hawke, a consacrarlo definitivamente nell’Olimpo dei più conosciuti e amati registi della nostra epoca. E poi arriva il capolavoro. Con The Truman Show del 1998, alle soglie del nuovo millennio, il regista anticipa temi di grande attualità come la sorveglianza e la realtà virtuale, raccontando la storia di un uomo la cui vita si rivela essere un gigantesco reality show. La pellicola, che valse a Jim Carrey un Golden Globe, è considerata una delle più profetiche e influenti degli ultimi decenni. E ora lo aspettiamo al Lido per l’ambito e meritatissimo Leone, che gli verrà consegnato lunedì 2 settembre. Per l’occasione in Sala Grande sarà proiettato il suo Master & Commander (2003), un affresco dettagliato e avvincente della vita in mare e delle dinamiche di comando e amicizia tra i membri dell’equipaggio, con Russell Crowe nel ruolo del capitano Jack Aubrey.

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