Con le sue fotografie ha attinto ai linguaggi del Surrealismo per trattare convenzioni sociali, canoni di bellezza e rapporti tra i sessi con un linguaggio ironico e un umorismo sovversivo. Nei suoi lavori l’abitazione privata, vista come luogo deputato alle funzioni femminili, diventa luogo di costrizione, mentre oggetti quotidiani come scarpe, abiti e fornelli vengono presentati in maniera enigmatica o sarcastica. Il corpo messo in scena è svelato attraverso l’uso di maschere, materiali naturali, protesi, utili a scandagliare le profondità psicologiche ed emotive del femminile.