Le Stanze della Fotografia hanno dichiarano subito la loro forte appartenenza alla città presentando, accanto alla retrospettiva di Ugo Mulas, la mostra Venezia Alter Mundus di Alessandra Chemollo, ideata a partire dall’omonimo volume edito da Marsilio Arte nel 2022. Sessanta fotografie, allestite al primo piano delle Stanze, che offrono una visione peculiare della città più fotografata del mondo, sospesa tra passato e futuro. Un alter mundus, visitato e raccontato nel corso dei secoli da celebri viaggiatori, che l’obiettivo di Chemollo inquadra spostando l’attenzione su un’altra dimensione spazio temporale, che non è né fisica né metafisica, ma esclusivamente veneziana, sospesa. Le immagini poste in una sequenza narrativa serrata, non vogliono essere commentate, non cercano spiegazioni. Come osserva Franco Rella nel volume, «le immagini che Alessandra Chemollo ha tracciato e ha messo in una trama, in una storia nascono dal tentativo davvero di andare alla ricerca di un mondo altro, alter mundus. Per fare questo non ha soltanto seguito i profili delle stupende costruzioni, dei monumenti e delle case che ci presenta; non ha solo inseguito l’acqua in cui affondano o si riflettono le colonne, ma ha cercato di svuotare Venezia da tutto ciò che oggi la costituisce ma che soprattutto la maschera. La sua Venezia non ha piccioni, non ha gabbiani, non ha turisti…». Dopo aver spogliato Venezia da tutto ciò che attenta alla sua fragilità e la rende tristemente famosa, Alessandra Chemollo fissa nelle sue fotografie l’incrollabile consistenza di Venezia, la sua eternità o meglio la sua alterità.