La mostra presenta un percorso cronologico che si sviluppa in forma contraria, partendo dagli ultimi dipinti dell’artista toscano trapiantato in Veneto per poi approdare ai cicli degli anni ‘80 e ‘90, aprendo contestualmente una finestra sui lavori degli anni ‘70. In questo suo perdersi e ritrovarsi all’interno dei differenti decenni, Stefanini procede a un’immersione nella stupefatta sospensione del tempo reale, un gioco di specchi dove si riflettono luci e ombre del suo immaginario poetico.