L’indovino (The Soothsayer) è un viaggio simbolico e metaforico che si ispira al personaggio del Giulio Cesare di Shakespeare che avvertì l’imperatore del suo assassinio, ma che fu ignorato e chiamato “sognatore”. Artista libanese-canadese, Mouna Rebeiz (1957) utilizza l’idea della premonizione per interrogarsi sull’improbabile punto di incontro tra l’intelligenza artificiale e il futuro dell’essere umano. Tre opere dialogano a livello simbolico e metaforico tra loro costituendo un set performativo: un maestoso insieme composto da 22 Arcani Maggiori rivisitati dei Tarocchi di Marsiglia, un puzzle di pezzi colorati e una scultura totemica astratta.