Ispirato dal monito “mangiando digeriamo territori”, il Padiglione spagnolo alla 18. Biennale Architettura presenta un focus sulle architetture che nutrono il mondo, dalle nostre cucine casalinghe alle grandi aree funzionali che alimentano le città.
Il progetto della Spagna, curato da Eduardo Castillo-Vinuesa e Manuel Ocaña, esplora in particolare il contesto agro-architettonico spagnolo, allargando l’indagine al passato e al presente dei sistemi alimentari globali per immaginare un futuro in cui il sostentamento dell’Uomo non vada a discapito del Pianeta. La ricerca si concretizza attraverso una piattaforma di ricerca collettiva che rimarrà attiva da luglio fino alla chiusura della Biennale, cinque mesi durante i quali un collettivo di ricercatori sarà alla guida di iniziative dinamiche volte a proporre soluzioni innovative. Il programma si avvale del sostegno della European Climate Foundation (ECF) ed è stato ideato in collaborazione con diverse importanti università spagnole (ETSAM-UPM, EAT-UCLM, ETSAB-UPC) e con Università Ca’ Foscari e IUAV di Venezia. La collaborazione si estende anche a TBA21, la fondazione per la promozione dell’arte contemporanea creata nel 2002 dalla filantropa e collezionista Francesca Thyssen-Bornemisza, una realtà che da anni ha ampliato la propria rete di attività anche a Venezia presso la sede di Ocean Space.
Ogni settimana esperti di diverse discipline – scienziati, storici ambientali, policymaker, artisti, architetti, chef, coltivatori – si uniranno all’unità di ricerca per formare un laboratorio pubblico di idee, un luogo dove confrontare conoscenze ed esperienze al fine di analizzare le intricate connessioni che plasmano il nostro modo di mangiare. Il programma si sviluppa attorno a conferenze, discussioni, workshop, escursioni a Venezia e nelle regioni circostanti del nord Italia e visite a laboratori, giardini, istituzioni e altri luoghi pubblici. Fra i nomi attesi vi sono Marina Otero Verzier, figura di spicco nel campo della progettazione urbana; Marta de Marchi, ricercatrice impegnata nell’esplorare le connessioni tra cibo, cultura e società; Manijeh Verghese, architetta attenta alle pratiche sostenibili; Elena Longhin, urbanista del paesaggio; Roberta Raffaetà, ricercatrice nel campo dell’antropologia socio-culturale; Barenas Collective, gruppo di artisti e designer attenti alle relazioni tra arte, cibo e ambiente; Nomeda e Gediminas Urbonas, attivi in interventi di collaborazione tra professionalità differenti sul territorio lagunare; Jan Boelen, curatore e designer noto per il suo impegno nel promuovere la partecipazione del pubblico e l’innovazione sociale; Laura Tripaldi, esperta in scienza e nanotecnologia dei materiali; Territorial Agency, studio di progettazione che esplora le interazioni tra territorio, ambiente e società.
Il programma culminerà nella creazione del Future Foodscapes Compendium, una piattaforma web che ospiterà una raccolta di strumenti, risorse operative e casi studio di realtà che offrono proposte per un sistema alimentare futuro più equo e resiliente. Man mano che il programma giunge alla conclusione, i casi studio più promettenti passeranno alla fase di implementazione, dove saranno prototipati in collaborazione con istituzioni e stakeholder di supporto. Infine, in autunno, presso Ocean Space e in altri spazi a Venezia le università spagnole partecipanti cureranno ciascuna un evento della durata di una settimana in collaborazione con TBA21, fra cui un simposio sperimentale organizzato da ETSAM-UPM con New European Bauhaus.