Trasformazione rurbana

Micro-architetture per l'empowerment socioeconomico
di Giovanna Tissi

Inserito nel percorso delle Corderie, “Enviromolecular” è un progetto ibrido che valica confini disciplinari e geografici, frutto della collaborazione di Low Design Office con Yasmine Abbas di Agbogbloshie Makerspace Platform (AMP).

Nel fitto percorso espositivo che si snoda lungo l’Arsenale, il progetto Enviromolecular di Low Design Office, studio attivo a Tema, in Ghana, e ad Austin, Texas, fondato da Ryan Bollom e DK Osseo-Asare, che da oltre vent’anni esplora il tema delle micro-architetture come infrastrutture rigenerative per empowerment socioeconomico, è un esempio emblematico di quanto offra al visitatore la sezione Dangerous Liaisons (Relazioni Pericolose), della mostra The Laboratory of the Future di Lesley Lokko.

Enviromolecular è un progetto ibrido, che valica confini disciplinari e geografici, frutto della collaborazione di Low Design Office con Yasmine Abbas di Agbogbloshie Makerspace Platform (AMP), inserito nel percorso delle Corderie oltre una delle spesse tende di vinile a strisce che scandiscono lo spazio in zone “a luce rossa”, percepibili dal visitatore come off limits. Doveroso quindi chiedersi cosa ci sia da scoprire nella storia nata da questa relazione “pericolosa”. L’installazione multimediale si compone di tre schermi assicurati a una micro infrastruttura modulare in bambù, creata riutilizzando le fufuzela di progetti espositivi a cura di ANO Institute for Art and Knowledge alla Biennale di Dakar e al Padiglione del Ghana alla Biennale Arte 2022, disegnata e già presentata al MoMA PS1, per poter essere facilmente auto installata e dar forma ad ambienti aperti dalla struttura molecolare, componibile e riutilizzabile, pensata per generare aggregazione e condivisione, adatta ad ospitare oggetti e/o opere in esposizione. In questo caso immagini-video che scorrono in loop continuo offrendo la straordinaria esperienza audio-visiva dello “spacecraft” di AMP, che proietta il visitatore ad Accra, nel cuore della più grande discarica africana di prodotti tecnologici provenienti dall’Occidente.

All’interno di questo contesto si svolge il workshop di progettazione e produzione di AMP, nato nel 2012 con lo studio di design Panurban, rivolto alla comunità locale, che utilizza il design per ri-assemblare componenti prefabbricati per dare forma modulare alla tipologia del chiosco, tipica del Continente, come matrice di condivisione e infrastruttura per la trasformazione “rurbana”, ovvero di un territorio ibrido, urbano e rurale insieme. AMP amplia i processi circolari di (ri)creazione comunitaria come modalità di abitazione collettiva. Il kit di progettazione open-source genera equità, sostituendo i paradigmi dell’innovazione tipici delle economie avanzate, che sfruttano l’obsolescenza dei prodotti tecnologici pianificata per profitto, a scapito del Pianeta, con una prassi di rinnovamento. Sulle immagini che documentano il workshop scorrono testi che aiutano a prendere coscienza di quanto sia innovativa questa iniziativa generata nel contesto della discarica, riciclaggio e produzione di Agbogbloshie, uno dei luoghi più inquinati al mondo a causa della combustione delle plastiche per liberare dalle parti inutilizzabili metalli pregiati come il rame. A luglio 2021 il Governo del Ghana ha (solo) formalmente demolito la discarica di Agbobloshie.

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