Composta da forme scultoree astratte e organiche a dimensione umana, l’installazione di Mohamed Ahmed Ibrahim (1962), uno dei massimi esponenti dell’arte concettuale emiratina, interpreta i corpi in relazione alla loro inscindibilità dalla terra. Raggruppate per colori, le sculture incorporano materiali naturali quali caffè, tabacco e foglie di tè, suggerendo con i loro movimenti ondeggianti l’idea di metamorfosi del corpo. L’opera è ispirata dalla profonda vicinanza dell’artista con l’ambiente naturale della sua città natale, Khawr Fakkān, nei pressi delle montagne Al Hajar, sulla costa est dell’Emirato di Sharjah.