Un’installazione video e un’esperienza di realtà virtuale immergono il visitatore in un metaforico giardino vuoto che si secca, si incendia e infine muore. I segni della fine si manifestano in un orizzonte infuocato, in una città svuotata dei suoi abitanti, in un cane che latra incatenato ad un muro di parole o negli scaffali di un negozio presi d’assalto dagli insetti. L’uomo è assente: rimangono solo le tracce dei suoi errori irrimediabili quali profonde ferite inferte al Pianeta.