Aborto spontaneo, Sogno di gazzella e Impulso della vita sono le tre stanze che mettono il visitatore in contatto con le sculture morbide, i collage e i video realizzati da Munkhtsetseg Jalkhaajav “Mugi” (1967) negli ultimi suoi quindici anni di attività. L’artista dichiara che l’arte è l’unico linguaggio possibile per esprimere sentimenti quali il dolore e la paura, in un percorso che ruota at- torno a concetti quali “reincarnazione” e “guarigione”. Figure di donne e di animali restituiscono il mondo intimo di Mugi, allo stesso tempo fragile e potente, intessuto di collegamenti invisibili ma indissolubili.