«La trasformazione del Padiglione dei Paesi Nordici nel Padiglione Sámi è un atto di sovranità indigena». Così l’OCA-Office for Contemporary Art Norway ha commentato la decisione di affidare il progetto per la Biennale a tre artisti sámi, originari del Sápmi, riconoscendo di fatto come un’entità unitaria la vasta area geografica che si estende tra Norvegia, Svezia, Finlandia e la penisola russa di Kola. Oltre a diffondere storia e cultura della popolazione nativa, l’esposizione tratta temi urgenti quali l’impatto dei cambiamenti climatici e le prospettive di decolonizzazione.