Il progetto serbo affronta le relazioni dell’uomo con la tecnologia e con la natura, nello specifico con l’acqua, sia come elemento principale presente nei nostri corpi, sia come elemento di unione/non divisione tra luoghi. Durante la pandemia la tecnologia è stata allo stesso tempo mezzo di collegamento e di separazione, ampliando il divario sociale ed economico tra individui, tra coloro che filtrano la propria visione del mondo attraverso uno schermo e coloro per i quali gli occhi sono l’unico strumento ottico immediato.