Fortemente convinto che il diritto alla cultura sia irrinunciabile, tenacemente sostenuto dalla Biennale e dalla comunità artistica internazionale, il team del Padiglione ucraino è riuscito a essere presente alla Biennale con il progetto di Pavlo Makov. L’opera, che si trovava a Kiev durante i primi bombardamenti, è stata messa in sicurezza per essere completata a Venezia. The Fountain of Exhaustion è una scultura cinetica composta da 78 imbuti di bronzo disposti a piramide e montati su una piattaforma. L’acqua versata in ogni imbuto si divide in due flussi, alimentando gli imbuti sottostanti. Solo poche gocce raggiungono il fondo simboleggiando non solo l’esaurimento delle risorse naturali, ma anche il burnout post-pandemico, lo stress da social media e l’annichilimento provocato dalle guerre.