«Un laboratorio di speranza in un mondo di disillusione virale». Così la curatrice Josephine Michau definisce il progetto danese, che si sviluppa attorno ad una dicotomia tra il desiderio di voler edificare centri abitati in prossimità del mare e le sfide imposte dai cambiamenti climatici e dalla natura stessa, in relazione ai possibili, quasi inevitabili futuri ambienti costieri. Attraverso grandi diorami utilizzati come scenografie teatrali in 3D viene messa in scena l’impressionante rappresentazione di un paesaggio litoraneo futuro, mentre in spazi più raccolti si sperimentano le concrete possibilità di progettare le zone umide traendo esempio significativo dalla lezione della natura.