(2023, Italia, 106')
Julio ha quasi quarant’anni e vive ancora con la madre in una casa vicino al fiume nella zona marittima di Fiumicino, dintorni di Roma. La madre, donna forte e determinata, dovette lasciare la Colombia da ragazza, quando rimase incinta del figlio. La loro relazione è complessa, simbiotica, profonda e morbosa. Un legame che li porta a condividere tutto, dalla passione per i balli latinoamericani al lavoro come spacciatori. Il loro rapporto verrà sconvolto dall’arrivo di una giovane colombiana implicata anche lei nel narcotraffico.
Nato a Roma nel 1984, Enrico Maria Artale è un regista italiano. Dopo la laurea in Filosofia alla Sapienza si è diplomato al centro Sperimentale di Cinematografia. Con Il respiro dell’arco ha vinto il Nastro d’Argento per il miglior cortometraggio nel 2012.
Nel 2013 ha presentato il suo primo lungometraggio, Il terzo tempo, a Venezia nella sezione Orizzonti, vincendo il Premio Pasinetti Opera Prima. Ha diretto due serie di documentari per Sky Arte e nel 2016 ha realizzato Saro, presentato a Torino ottenendo il premio come miglior documentario italiano.
Premio Collaterale della 80° Mostra del Cinema di Venezia