(2023, Giappone, 95')
Il regista di culto giapponese torna sul tema della guerra, con un’ambientazione che ci riporta alla Seconda guerra mondiale, dopo i suoi precedenti “Fires on the Plain” (Nobi) del 2014 e Killing (Zan) del 2018. Una donna sopravvive da sola e tormentata dagli orrori della guerra in un piccolo pub parzialmente distrutto. Costretta a prostituirsi, la donna passa le giornate incapace di sfuggire alla disperazione che la circonda, ma uno spiraglio di luce arriva inaspettatamente da un piccolo orfano di cui deve prendersi cura.
Con la sua opera prima del 1989, Tetsuo, Shinya Tsukamoto pone già le basi per tutta la sua narrazione registica futura: la carne, il metallo, la mutazione genetica con echi nucleari, la violenza estrema autodistruttiva ed il sesso vengono raccontati attraverso un turbine cinetico visivo che lascia lo spettatore completamente stordito. L’estremizzazione del pugilato in Tokyo Fist, una maternità folle e delirante in Kotoko e le pulsioni erotiche in A Snake of June sono solo una parte delle molteplici sfaccettature della filmografia di questo autore unico e visionario.
La carne, il delirio, l’erotismo, la violenza ritornano come una costante nella...