Pittrice autodidatta, ad appena 16 anni cattura l’attenzione di Picasso e Matisse, colpiti dalle sue creazioni tanto colorate e spontanee, genuinamente ‘infantili’. Utilizzando la tempera come strumento principale, ma realizzando anche lavori in ceramica, Baya Mahieddine raffigura un mondo senza uomini, animato da un immaginario panorama di figure femminili sgargianti e luminose che non è possibile far aderire ad alcun genere o movimento precisi. I suoi colori brillanti, le forme audaci e le linee fluide riflettono la sua complessa eredità culturale, la sua identità insieme araba, islamica e francese.