Morta suicida a soli 32 anni, l’artista cubana Belkis Ayón ha segnato una svolta nella storia dell’arte dell’incisione latino-americana per l’eccezionale qualità dei suoi imponenti assemblaggi di collografie e per il carattere postmoderno della sua ricerca. Fa irruzione sulla scena artistica globale a vent’anni con opere ispirate dal mito di Abakuá, oscuro culto religioso afrocubano riservato ai soli uomini, che sincretizza con elementi iconografici della religione cattolica. Le potenti incisioni e le collografie di grande formato realizzate a partire dagli anni ‘90 restituiscono il dramma esistenziale di Ayón e la crisi sociale del Paese, una visione in cui imperversano censura, violenza, intolleranza, esclusione, disuguaglianze, meccanismi di controllo e strutture di potere.