Per lei ricerca creativa e attivismo coincidono. Trasferitasi in Brasile, dagli anni ‘70 sfrutta il linguaggio fotografico per raccontare e difendere gli Yanomami, una popolazione amerindia tra le più importanti dell’Amazzonia, e la foresta che abitano da secoli. Nelle sue opere le immagini di esseri umani e frammenti di natura si confondono in continui accostamenti di forte impatto visivo ed emotivo.