L’architetta e progettista sudafricana esplora i pregiudizi e le paure che a partire dall’epoca del colonialismo, ma ancora oggi, hanno condizionato restrittivamente la rappresentazione delle donne nel mondo arabo, in particolare marocchino. Nel lavoro The Port of Sihr utilizza riconfigurazioni dell’elemento architettonico tipico del mondo arabo, il mashrabiya, sistema di ventilazione naturale a griglia edificato per proteggere le donne dagli sguardi degli uomini negli harem, come dispositivo per esprimere e criticare alcuni codici sociali islamici e arabi, rinforzando il potenziale dell’immagine delle donne nell’ambiente costruito.