Traendo a piene mani dalle forme più comunicative della storia dell’arte visiva, le figure mostruose dipinte da Louise Bonnet sembrano un incrocio tra una vignetta satirica e l’opera di Salvador Dalí. Queste immagini ci proiettano in un mondo (riflesso?) di deformità, cecità e desolazione. L’artista ferma la bruttezza in un fotogramma che guardiamo da dietro un vetro a specchio: riusciamo a vedere, distaccati, questi mostri senza occhi, ma loro non possono vedere noi.