Il suo nome è legato a una delle opere più iconiche dell’arte del XX secolo, Le déjeuner en fourrure (1936), ovvero la tazzina di caffè, con tanto di piattino e cucchiaino rivestiti di pelliccia di gazzella della Cina. Il titolo fu partorito da André Breton. È nell’alveo del Surrealismo, infatti, che si svilupperà la ricerca dell’artista, capace di reinventare in maniera paradossale e ironica oggetti di uso comune, reinterpretandoli secondo uno spostamento di significati che suscitano nello spettatore disturbanti e inedite analogie. Oltre che artista, vera musa surrealista, distante dai canoni di una femminilità convenzionale. Si spoglierà davanti all’obiettivo di Man Ray.