«Poetessa, pittrice, agente d’arte e disegnatrice di lampade, nei suoi giri conobbe Hemingway, Cocteau, Gide, Erik Satie, Paul Valéry; fu amica di Gertrude Stein, Marcel Duchamp, Picasso, Bernard Berenson, Eleonora Duse, Peggy Guggenheim; fece l’amore con Marinetti, Papini ed il boxer-poeta Arthur Cravan, con cui viaggiò in Messico; conquistò l’ammirazione di T.S. Eliot, Ezra Pound e William Carlos Williams…». Così Carlo Anceschi descrive Mina Loy nel suo libro Poeti nel deserto. Basi Bunting e Mina Loy (2005). Amazzone della poesia del ‘900, la Loy è stata un emblema della “danza dell’intelletto tra le parole”, per la cui definizione Pound coniò un nuovo termine: “logopeia”.