Per realizzare il proprio lavoro Özlem Altın scandaglia un impressionante archivio fotografico accumulato in molti anni, combinando in un denso amalgama immagini trovate e ritagliate in giro con fotografie scattate da lei stessa. Al centro delle opere e delle installazioni di Altın c’è spesso il corpo, destrutturato, privato della propria identità, spersonalizzato, intercambiabile. Le immagini diventano oggetti entrando in una relazione spaziale con l’installazione, il corpo e le proporzioni dell’osservatore. Trovando connessioni tra i suoi strati di fotomontaggio e inchiostro, l’artista spinge gli spettatori a creare narrazioni riconoscendo ciò che accade tra le immagini.