Per creare Bohor (1962) Xenakis utilizzò un organo a bocca laotiano, denominato khen, ed alcune cavigliere e crotali di provenienza orientale. La trasformazione dei suoni minimali prodotti da questi strumenti ed oggetti in un viaggio nella potente oscurità del suono, che altera la percezione del tempo e trasforma il tempo dell’esecuzione in un unico attimo frammentato, teso, bloccato, è frutto di una lucida visionarietà del compositore greco che ancora oggi, a distanza di oltre 60 anni, suscita incondizionata ammirazione.