L’albero addobbato, una sinfonia di luci colorate, il fuoco nel camino che scoppietta proiettando ombre birichine, una tazza di profumata cioccolata, la fragranza dei biscotti di pan di zenzero che inebria la casa, la fiamma di una candela che danza… quella copia amabilmente consunta di Canto di Natale di Charles Dickens. Ogni anno, per entrare nello spirito delle feste, è mia piccola tradizione rileggere il racconto di Natale per eccellenza, in una vecchia edizione regalatami da una persona molto cara. Non c’è da stupirsi dunque, se quando vidi A Christmas Carol in cartellone qualche anno fa, non mi spaventai nemmeno davanti alla marea di famiglie con bambini in platea che – devo ammettere – non sono i miei ideali vicini di poltrona. Ma forse in quel momento ero io la vera bambina, in trepidante attesa che il sipario si alzasse. E non vedo l’ora di rivivere quella stessa emozione quest’anno con il ritorno della Compagnia dell’Alba al Teatro Corso il 7 dicembre, con il suo splendido A Christmas Carol, co-prodotto con il Teatro Stabile d’Abruzzo e in collaborazione con la scuola d’arte New Step. Fedelissimo al racconto dickensiano, il musical, che vede protagonista un sorprendente e convincentissimo Roberto Ciufoli nei panni dell’avaro e meschino Ebenezer Scrooge, si muove sulle musiche originali del compositore statunitense Alan Menken, tra i più premiati di tutti i tempi con 19 nomination agli Oscar e ben 8 vittorie, tra cui La bella e la Bestia, La Sirenetta, Aladdin e Sister Act. Bellissime scenografie, coreografie corali ed effetti speciali trasportano il pubblico proprio nel paesino inglese della novella, il giorno della Vigilia, nello studio del vecchio usuraio, che proprio non sopporta questo magico periodo dell’anno… ma con un piccolo ‘miracolo’ di Natale – e l’intervento di tre fantasmi! – anche un cuore di pietra come quello di Scrooge può scoprirsi un cuore d’oro, pronto ad accogliere il prossimo.