Orizzonte unico

Noa apre il 29 marzo al Goldoni Incroci di Civiltà
di Davide Carbone

Un incontro scritto nel destino: il 29 e 30 marzo la cantante israeliana è ospite del festival letterario di Ca’ Foscari.

Guardando alla storia del festival letterario Incroci di Civiltà e alla carriera di una cantautrice come Noa, la prima reazione è lo stupore nel realizzare come questo incontro non sia andato in scena prima. Tantissimi i punti di incontro tra la storia di un’artista da sempre impegnata nell’abbattimento delle barriere culturali e una manifestazione che fa del dialogo tra culture il proprio indiscutibile centro di gravità. «Non è solo il mondo della cultura ad essere cambiato – ci racconta la cantante –, è il mondo nella sua totalità ad essersi trasformato, e purtroppo non in meglio, per quanto riguarda la capacità delle persone di avere una conversazione graduale, abbracciare la complessità e la diversità, scegliere un processo piuttosto che risultati immediati. Queste dinamiche, esasperate dai social media, sono dannose per la società, per la nostra capacità di superare le differenze e migliorare la condizione della grande “famiglia umana” di cui facciamo parte». Il 29 marzo la celebre cantante, ambasciatrice di pace e dialogo, è protagonista di un concerto al Teatro Goldoni, promosso da Fondazione di Venezia assieme a Incroci di Civiltà con la collaborazione organizzativa di Veneto Jazz.

Noa si esibisce sul palco accompagnata da un quartetto composto da Gil Dor (chitarra), Ruslan Sirota (piano), Omri Abramov (sax e EWI) e Daniel Dor (batteria), mentre domenica 30 marzo la troviamo a Palazzo Flangini, iconica sede della Fondazione di Venezia affacciata sul Canal Grande, per un incontro pubblico sui temi della pace e del dialogo fra i popoli. A dialogare con Noa sarà Giovanni Dell’Olivo, Direttore Generale della Fondazione di Venezia e da sempre impegnato come interprete in progetti musicali improntati alla commistione culturale. È ancora viva nel ricordo degli spettatori l’esibizione di Noa alla serata inaugurale della 75. edizione del Festival di Sanremo insieme alla cantante palestinese Mira Awad, che le ha viste interpretare Imagine di John Lennon: due culture unite dalla musica per trasmettere un potente messaggio di pace e solidarietà, tributato dalla standing ovation partecipata del pubblico dell’Ariston. Un’esibizione che ha anticipato l’uscita del nuovo album, The Giver, di cui Noa firma anche le musiche assieme a Gil Dor e a Ruslan Sirota. L’attuale terribile crisi, spiega Noa, «ha spinto molti di noi, me compresa, agli estremi del nostro essere: nel dolore, nella perdita e nella sofferenza, nella rabbia e nella frustrazione, ma anche nella forza dello spirito, nella leadership coraggiosa. Il periodo difficile che stiamo vivendo è un terreno fertile per una riflessione profonda e un confronto interiore, e mi ha portato a esprimere i miei sentimenti, le mie idee e la mia visione attraverso la musica. In questo album mi sono presa una libertà ancora maggiore e ho fatto un grande passo verso l’indipendenza. Sono grata sia a Gil che a Ruslan, che hanno fatto un ottimo lavoro assistendomi in ogni modo, dalla co-scrittura agli arrangiamenti e alla produzione». La voce e l’integrità artistica di Noa hanno conquistato leggende della musica come Quincy Jones, Sting, Stevie Wonder e Pat Metheny, che ha prodotto nel 1994 il suo primo album internazionale, Noa, pubblicato da Geffen Records. La consacrazione come artista di fama mondiale arriva nel 1997, quando Roberto Benigni la sceglie per interpretare Beautiful That Way, brano portante della colonna sonora de La vita è bella. La canzone, scritta da Nicola Piovani, diventa una hit internazionale grazie al successo del film, vincitore di tre premi Oscar.

Foto in evidenza: (c) Michael Schilling

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