Al centro della mostra di John Robinson c’è un “capanno”, proveniente dal suo orto vicino casa, ora trasformato in uno spazio nomade di memoria e metamorfosi. Questa modesta struttura in legno diventa così teatro di una serie di performance intime e catartiche messe in scena nei giorni di apertura dell’esposizione: una rievocazione della festa di compleanno d’infanzia dell’artista e una lettura dei tarocchi con carte uniche create da Robinson stesso. Chiunque prenda parte alle performance verrà raffigurato in un dipinto realizzato dall’artista in live painting, diventando parte integrante dell’opera, sfumando i confini tra arte, memoria e documentazione.
Ph: John Robinson, Rimjob, 2021 © John Robinson Studio. Photography Max de Dycker