L’idea di rappresentazione, in questi anni, sta assumendo nuovi significati. Il reale riprodotto all’interno di uno schema prospettico non corrisponde più al nostro immaginario. Nelle grandi vetrate della Domus Civica, Piera Benetti propone tre quinte: i lavori abbandonano il tempo sospeso del muro bianco per diventare quasi attori di uno spazio alternativo. Sono realizzati su un materiale povero, la carta da scena, sulla quale si stratificano immaginari, rappresentazioni, gesti. Il colore, centro del lavoro dell’artista, non riflette una somiglianza, ma mostra un posizionamento aderente al reale, incastrato in esso. Là dove lo stridore fra le cose apre uno spazio: un’altra possibilità.