Il recital, portato in scena da Khora Teatro e adattato da Tommaso Mattei, è pensato per quadri che corrispondono ad altrettanti racconti teatrali, come virtuali aperture di sipario che rivelano un nuovo quadro dedicato al Teatro Goldoni nel tempo. Lo spettatore guidato dal narratore Alessandro Preziosi diviene quindi a poco a poco un viaggiatore tra quadro e quadro, tra sala e sala di un formidabile “museo della memoria”.
Per celebrare i 400 anni del Teatro veneziano, non poteva mancare l’omaggio al celebre commediografo da cui il teatro stesso ha preso il nome e alla sua riforma. E così lo spettacolo diviene parafrasando Braudel un vero e proprio mondo a metà immaginato a metà sognato che si racchiude ad ogni scena sullo spettatore come per virtù propria, lasciandolo libero di vagare con l’immaginazione e trovarvi ciò che vuole: “un attimo di tregua, un alibi, una stravaganza o il semplice intermezzo di una vita diversa”.
Filo conduttore della narrazione è la musica, interpretata dal vivo al pianoforte dal M° Guaitoli, che partendo da caratteri fortemente allusivi dell’epoca in cui si svolge il racconto si astrae fluidamente dalla rappresentazione scenica divenendo pura improvvisazione.
Attraverso il gioco della memoria il Teatro Goldoni celebra anche gli spettacoli, i registi, i capocomici, le compagnie gli attori e le attrici che lo hanno reso grande, ma lo fa soprattutto guardando all’importante futuro che gli si staglia davanti. Sortilegi o illusioni, giochi o inganni, sogni o specchi, tutto questo ancora oggi offre il Teatro Goldoni e proprio come Venezia non si può che amarlo “attraversando sé stessi”.