Jean-Jacques Rousseau, famoso per il suo interesse per l’educazione infantile, impone agli adulti il rispetto per la natura spontanea, intoccabile e capace di costruirsi il migliore dei modi di vivere in quella “completezza degli istinti” che conservano la vera natura dell’uomo; natura che il progresso della società ha occultato e contaminato. Famosa è la metafora del recinto che l’educatore deve tracciare intorno al bambino per evitare che chiunque entri cercando di imporre dei comportamenti da imitare come la ripetizione di forme sociali considerate necessarie per l’educazione. Nella storia della musica moltissimi sono stati i compositori che si sono riferiti alla purezza del mondo infantile, in molte diverse declinazioni. Solo nel programma di questa serata troviamo almeno tre di queste modalità. Nei brani di Kurtág (una piccola raccolta della vasta produzione dal compositore) si guarda alla scoperta del suonare, come ad un gioco – senza trascurarne la potente fisicità; gioco teso al più intimo valore di ricerca e scoperta. Disvelamento dunque di nuovi suoni, ma anche messa a fuoco di emozioni, potenziamento della sensibilità. Si tratta di brani di forte gestualità quasi un invito del compositore a riflettersi nella natura del bambino il quale, mentre canta e balla, ci suggerisce il mondo dei suoi desideri.