Il 10 agosto del 2000 il Kursk, orgoglio “inaffondabile” della Flotta Settentrionale della Marina russa, intraprende la prima esercitazione in dieci anni e le manovre coinvolgono 30 navi e tre sottomarini. Due giorni dopo, due esplosioni abbastanza potenti da venire registrate perfino dai sismografi in Alaska, affondano il sommergibile nelle gelide acque del Mare di Barents. Mentre 23 marinai lottavano per la sopravvivenza a bordo del sottomarino, le loro famiglie combattevano disperatamente contro gli ostacoli burocratici e le scarse probabilità di salvarli.