Un intenso e inedito dialogo famigliare tra il Maestro Bruno Ceccobelli (1952) e i figli gemelli Auro e Celso (1986) è offerto dalla mostra Trans-parenti in corso alla Blue Gallery fino al 18 settembre. Le opere in mostra narrano il fascino dell’esoterismo e della simbologia del padre e l’enigma delle riflessioni contemporanee dei figli. Trait d’union l’affinità genetica oltre che elettiva che trova nella trasparenza del vetro – nuovo e riusato – l’ideale parallelo per descrivere i legami e i pensieri comuni, quel guardare “attraverso” le cose, quel cogliere la loro essenza, che è il segno identitario che lega i tre artisti e costituisce la traccia comune della mostr
È proprio attraverso l’analisi dell’etimologia della parola “trans-parenza” e del suo concetto filosofico che i Ceccobelli parlano della storia dell’umanità costruita attraverso l’apparire, ma anche attraverso i “parenti” che sono appunto la famiglia, intesa come nucleo appartenente al ciclo concreto e pratico della natura. Al contempo, la loro è una riflessione per rifuggire da una società materialista e inseguire prima una società liquida, poi una società trasparente, della nudità intesa come onestà.
«L’Arte Celeste, un’arte animica che attraversa i secoli, c’è sempre stata, è sempre presente e visibile nell’essenza, ma solo per gli occhi transparenti. Un’arte clandestina, ariosa, fluida, cristallina, diafana, senza stile, senza pregiudizi, eppure dentro il fuoco della tradizione del primo segno tardivo, un tributo alla magnificenza» afferma Bruno Ceccobelli nel suo manifesto. La ricerca di Bruno Ceccobelli, inizialmente di tipo concettuale, giunge a un’astrazione pittorica, per approdare infine a un vero e proprio simbolismo spirituale. Nei suoi vetri, realizzati con la tecnica della pressofusione, il Maestro utilizza come pennello il fuoco, che diventa luce e dimensione del nostro tempo. La “trans-parenza” diventa dunque la ricerca della propria essenza, della dignità e dell’onestà personale, attraverso i legami e, quindi, attraverso la cultura e la storia.
Le opere di Auro&Celso Ceccobelli sono come delle reliquie, oggetti di scarto ai quali è stata data nuova vita e nuove possibilità. Sculture performative “post-apocalittiche”, realizzate con oggetti della nostra società consumistica, con inserti di strutture vegetali e con voci della natura emesse da musica liquida. Archeologie contemporanee trasformate poeticamente fino a diventare macchine celibi, che cercano di trovare un equilibrio tra tecnologia, natura e uomo. La loro riflessione sul concetto di “trans-parenza” è collegata alla purezza della natura, unica entità creatrice, mentre l’uomo non crea bensì assembla, o, come nel loro caso, recupera.