Dire Chishu Ryu per lo spettatore d’oggi è come dire Ozu; è il suo attore numero uno al maschile (quella al femminile è Setsuko Hara), protagonista dei film quintessenziali del maestro come Tarda primavera o Viaggio a Tokyo. Ma partecipò (raccontava) a tutti i film di Ozu tranne due; all’inizio in veste quasi di comparsa, poi spesso come protagonista, altre volte in ruoli minori, ma comunque come vero e proprio segno, quasi firma, del regista. In tal veste compare in Tokyo-Ga di Wenders.
Padre severo in Chichi Ariki, più spesso tollerante e amabile, Ryu non è un attore di commedia, ma ciò non vuol dire che sia privo di senso dell’umorismo: basta guardare la scena di Buon giorno di Ozu in cui finge di essere arrabbiato con i due bambini terribili, che non ci cascano.
Però se Ryu (1904-1993) divenne assai popolare in Giappone non è per Ozu: è per essere stato uno dei personaggi principali della lunghissima serie cinematografica (49 film) Otoko wa tsurai yo, la cosiddetta serie di Tora-san, diretta da Yoji Yamada; il quale, l’anno dopo il primo episodio di Tora-san, ne riprese alcuni attori (anche Ryu) per uno stupendo film drammatico, Where Spring Comes Late (1970).
Nella sua lunga carriera, Ryu lavorò anche con Akira Kurosawa (tre film), Juzo Itami, Kinuyo Tanaka; e possiamo vederlo nel ruolo del preside in un capolavoro troppo poco conosciuto, Twenty-Four Eyes di Keisuke Kinoshita (1954), oltre che in She Was Like a Wild Chrisanthemum e Carmen Comes Home dello stesso grande autore.
Ozu nei suoi film giovanili aveva mostrato di apprezzare molto le influenze americane, ma nel 1937 quando scrive “Chichi Ariki”, poi girato nel 1942, la temperie era assai cambiata. Il regime aveva lanciato una guerra culturale (contemporanea a quella in Cina) per ...