Nel 1846 in previsione del IX Congresso degli Scienziati che si sarebbe svolto a Venezia nel settembre del 1847 il Comune insieme al Reale Istituto di Scienze, Lettere ed Arti e all’Ateneo Veneto prospettarono l’erezione di una statua a Marco Polo, affidando il progetto al celebre scultore Luigi Ferrari. Il governo austriaco ne impedì la realizzazione. Anni dopo l’imperatore Francesco Giuseppe approvò il progetto stanziando la somma necessaria. Il Comune decise che il monumento sarebbe sorto in campo Santo Stefano. Ma non se ne fece nulla. Invece al posto della statua di Marco Polo, nel marzo 1882, si eresse quella dedicata a Niccolò Tommaseo.
Lo spettacolo, scritto da Cristina Plebani, si svolge idealmente a Venezia in campo Santo Stefano il 22 marzo del 1882, esattamente nel giorno dell’inaugurazione del monumento a Niccolò Tommaseo, e mette in scena, al calar della sera un dialogo immaginario tra Marco Polo (Alessandro Bressanello) e la statua di Niccolò Tommaseo (Vincenzo Tosetto), che si anima e risponde, in un alternarsi di scambi ironici e di accuse pungenti.