Il caso ha voluto che io provassi il ristorante All’ombra del Gabbiano di Mestre grazie alla segnalazione di amici asolani che, a loro volta, seguendo le indicazioni di una famosa guida rossa, avevano pranzato da poco nel locale.
Scegliendo questo ristorante avrei testato la sintonia con la blasonata guida e soprattutto avrei potuto verificare l’attendibilità dei suggerimenti amicali in vista di consigli futuri. Due su due!
Questa è la descrizione che ho trovato nella Michelin: «Un simpatico locale, tipo bistrot mediterraneo, nato una ventina di anni fa come osteria-cicchetteria, ma che recentemente si è convertito ad un’offerta totalmente gluten free. La proposta comprende anche piatti vegani, senza alcun compromesso sulla qualità, sulla bontà e neppure sulla bella presentazione di ciò che si trova nella carta ben articolata. Servizio attento e cordiale e tavoli all’aperto in zona pedonale nella bella stagione».
Silvia e Federico Marzola da molto tempo lavorano in ambito ristorativo e le loro proposte di cucina senza glutine a 360 gradi convincono per la resa finale dei piatti, vegani o di carne e di pesce, dai sapori equilibrati e semplici nella loro eleganza, che sembrano rispondere all’esigenza di un cibo appagante più che al traino di mode pseudo salutiste.
Lo chef Andrea Tronchin, coadiuvato da Giorgio Billi e Mattia Carraro, formano una squadra capace di offrire piatti non banali, ben descritti dal personale di servizio e realizzati in maniera convincente. Anche la carta dei vini spazia in più territori, italiani e stranieri, e denota una ricerca attenta, per un pubblico che chiede sostanza e non vuole cadere nelle trappole da parvenu tipiche di molte situazioni in luoghi prossimi a città ben più importanti, come Venezia. Un posto con una sua anima, malgrado Mestre mi verrebbe da dire, e dove sarà facile poter ritornare volentieri.
Thank you Goffredo!