Forme, limiti, esistenze in bilico: Thomas Schütte (nato nel 1954 a Oldenburg, in Germania) è protagonista della stagione espositiva 2025 di Punta della Dogana, in una mostra che ripercorre una produzione artistica pluridecennale, sfuggente ma eclettica, eloquente ma divincolata, propria di una figura sempre in movimento, sempre alla ricerca di combinazioni di stili, tecniche e materiali diversi.
La personale, a cura di Camille Morineau e Jean-Marie Gallais, comprende, oltre ad una serie di opere scultoree dalla collezione della Pinault Collection, numerose opere in prestito o inedite, come incisioni e disegni, a dimostrare, seppur non cronologicamente, la poliedricità riflessiva di Schütte. Il punto di partenza della proposta dell’artista tedesco rimane la forma umana, una figura grottesca e alienata, derisa e violata, estremamente inquietante ma eccezionalmente ironica e coinvolgente, che spicca proprio grazie all’interazione con la materia e la forma inanimate, evidenziando, allo stesso tempo, lo stato di un’esistenza labile. La mostra, quindi, è un invito a ricostruire il processo artistico dell’artista, ma anche a ripensare i rapporti dell’arte.