«I paesaggi marini sono prima degli esseri umani e dopo gli esseri umani. I paesaggi marini esistevano prima della nostra presenza, e quando la nostra civiltà sarà finita, i paesaggi marini esisteranno ancora». Hiroshi SugimotoIl lavoro del fotografico norvegese Ole Brodersen si concentra sui paesaggi e sulle forze della natura che li creano e attraversano, cercando di rivelare qualcosa di più della visione puramente ottica, una esperienza che vada oltre la stessa immagine offerta, rincorrendo la rappresentazione scenica e artistica della natura. Il mare e l’aria sembrano essere immutabili e perfino trascurabili nella loro essenza, elementi riconoscibili ma che si aprono all’esperienza emozionale e mnemonica dello spettatore. In questa fusione percettiva, le esperienze e le conoscenze acquisite possono a loro volta creare armonia o distonia.In Time by the Sea, la mostra curata da Michele Alassio e Roberto Bernè, patrocinata dall’Ambasciata Norvegese a Roma, per gli spazi di Venice Photography, dal 15 aprile al 15 maggio, 23 fotografie originali di paesaggi realizzate da Ole Brodersen danno forma ad un’immagine finale unica, fondendo in sé il singolo scatto e la singola impressione ottica. È la sua macchina fotografica infatti ad assumere il ruolo soggettivo e trasmettere qualcosa delle forze che ci circondiamo, ma che non vediamo o notiamo.«Brodersen – scrive il curatore Michele Alassio – lascia che le trasformazioni si sedimentino nella pellicola attraverso le linee dell’orizzonte in movimento, le formazioni nuvolose sovrapposte, le onde stratificate. Fa questo con lunghe esposizioni o sovrapponendo diverse esposizioni dello stesso soggetto in un’unica immagine. L’intenzione è quella di trasmettere un’esperienza atemporale e di percepire un tutto trascorso, non una isolata immanenza. Di assistere a un incessante farsi, e non a un essere».