A poche giorni dall’apertura della Biennale Arte, la città riparte con l’attesissima seconda edizione di Homo Faber: 15 mostre, dedicate all’alto artigianato, ideate da un team di 22 designer, curatori e architetti di fama internazionale, per quasi 4.000 metri quadri espositivi, che coinvolgono dal 10 aprile al primo maggio l’intera Isola di San Giorgio Maggiore, ‘occupando’ luoghi normalmente inaccessibili ai visitatori.
Aprile sold out! A pochi giorni dall’apertura della Biennale Arte, la città riparte ad altissima intensità con l’attesissima seconda edizione di Homo Faber, straordinaria, poliedrica kermesse dedicata ai mestieri dell’artigianato organizzata da Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, in partnership con Fondazione Giorgio Cini, Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, Japan Foundation e Fondation Bettencourt Schueller. Un’edizione che dà già i numeri:c15 mostre, ognuna dedicata ai più raffinati esiti dei linguaggi dell’alto artigianato, ideate da un team di 22 designer, curatori e architetti di fama internazionale, per quasi 4.000 metri quadri espositivi, che coinvolgono dal 10 aprile al primo maggio l’intera Isola di San Giorgio Maggiore, ‘occupando’ luoghi normalmente inaccessibili ai visitatori dell’isola quali la Biblioteca del Longhena e la Piscina Gandini, oppure ancora spazi appositamente restaurati e aperti al pubblico per la prima volta, come l’ex Scuola Nautica e la Sala Messina. Esposizioni, installazioni, lavorazioni dal vivo e workshop che presentano il lavoro di grandi maestri europei e dei “Tesori Nazionali Viventi” giapponesi, nonché un fitto programma di visite a Venezia grazie al progetto Homo Faber in Città: oltre 60 botteghe, istituzioni attive nei mestieri e manifatture da scoprire.
Homo Faber: Crafting a more human future. Living Treasures of Europe and Japan costituisce un’esperienza coinvolgente capace di restituire una visione spettacolare e senza eguali dell’artigianato d’eccellenza contemporaneo, disegnando un ponte tra tradizione e futuro al fine di valorizzare un concetto di “craft” inclusivo, trasversale alle più varie discipline artistiche ed artigianali.
Abbiamo incontrato Alberto Cavalli, direttore della Michelangelo Foundation e coordinatore del progetto Homo Faber.
Partiamo dai fondamentali costitutivi di questo multiforme progetto: quale la definizione di arti applicate e decorative? E quale l’evoluzione contemporanea del concetto di artigianalità?
Ci sono valori che da sempre contraddistinguono il concetto di “artigianalità” così come la Michelangelo Foundation lo intende: uno straordinario talento nella trasformazione creativa della materia, un rapporto profondo con il territorio, il perseguimento di una originalità e di una forte autenticità, la grande competenza in ogni fase del processo. Questi valori non sono mutati con lo scorrere del tempo, ma hanno certamente conosciuto delle evoluzioni che hanno permesso al lavoro dei maestri artigiani di rimanere sempre contemporaneo e suggestivo. Oggi, poi, a questi valori si associano delle considerazioni, delle riflessioni ancora più attuali, vedi in primis, per esempio, il tema della sostenibilità. Il lavoro dei maestri d’arte si svolge necessariamente su scala più “umana” e, dunque, più vicino a un ideale rispetto dei valori ambientali e sociali. Le arti applicate e decorative sono oggi più che mai un’espressione di progettualità, talento e consapevolezza, dando valore e significato a tutte le discipline in cui l’unicità contribuisce alla bellezza.
Homo Faber torna con un’edizione allargata, coinvolgendo 22 designer e curatori in 15 distinte mostre distribuite in tutta l’Isola di San Giorgio. Quali parametri ha posto per lo sviluppo di ogni singolo progetto nel quadro generale della manifestazione? Quale il fil rouge che lega i singoli progetti tra loro e quali, invece, le specificità che le molteplici esperienze e visioni dei curatori restituiscono al pubblico attraverso i singoli progetti espositivi?
Lo straordinario team di curatori e progettisti che ha dato vita alle 15 mostre di Homo Faber ha espresso punti di vista davvero molteplici, aiutandoci a osservare il mondo dei mestieri d’arte e della creatività da prospettive inedite. Questo, a nostro avviso, è uno dei dati identitari più rilevanti di Homo Faber. La diversità e la ricchezza del lavoro degli artigiani sono state espresse molto bene in ogni singola mostra, ciascuna delle quali, pur legandosi le une alle altre per i valori e per l’eccellenza delle opere esposte, afferma però un proprio tratto inconfondibile. Ogni mostra è una scoperta, che consente ai visitatori di entrare in profondità nelle specifiche, difformi tematiche affrontate. Ciò detto, è al contempo indiscutibile che tutta Homo Faber sia percorsa da una certa “aria di famiglia”, che permette alle diverse visioni di formare un caleidoscopio davvero affascinante, avente al suo centro il talento degli artigiani.
Un focus speciale è dedicato ai maestri d’arte giapponesi e al loro ancestrale savoir-faire. Quali i motivi di questa scelta e quali gli elementi specifici della loro arte?
Sin dal 1950 in Giappone coloro che esprimono al massimo grado competenza e talento nelle arti tradizionali (che siano performative o applicate) sono nominati “Tesori Nazionali Viventi”. Questa idea, ossia che degli esseri umani siano talmente preziosi da essere considerati proprio ufficialmente dei “tesori”, ci ha davvero molto affascinato. Abbiamo voluto così celebrare la maestria artistica giapponese con due mostre ad essa dedicata e con molti riferimenti culturali presenti in altre esposizioni. Desideriamo invitare i visitatori a cercare, anche nei nostri paesi, gli equivalenti di questi “tesori viventi” che ogni giorno, nei loro atelier, celebrano il rito del bello e del ben fatto.
L’Isola di San Giorgio e la Fondazione Cini sono naturalmente protagonisti “strutturali” assoluti del progetto, grazie innanzitutto alla magnificenza degli spazi monumentali messi a disposizione, ma anche grazie alla messa a disposizione di altri spazi per così dire più ‘normali’ trasformati da voi in luoghi inediti e sorprendenti, vedi il recupero della piscina dismessa. Quale effettivo legame si è instaurato, in tutte le sue varie valenze, tra Homo Faber e San Giorgio? Vi è una prospettiva di sviluppo ancor più strutturato per Homo Faber e Michelangelo Foundation in termini di permanenza continuativa nell’Isola?
Fu Cesare De Michelis che ci propose di visitare la Fondazione Giorgio Cini, che a suo parere sarebbe stato il partner perfetto per Homo Faber. E naturalmente aveva ragione. La Fondazione Giorgio Cini è un’istituzione culturale internazionale di primissimo livello, che da sempre persegue importanti obiettivi educativi e artistici. I suoi spazi, così autentici e articolati, si prestano perfettamente alla narrazione del lavoro degli artigiani e contribuiscono in maniera importante all’approccio creativo dei curatori. Un luogo come la Fondazione racchiude tesori di conoscenza e bellezza che, con Homo Faber, desideriamo contribuire a valorizzare. Lo straordinario entusiasmo con cui i collaboratori di questa venerabile istituzione ci hanno accolti rende inoltre questa esperienza di partnership davvero unica. La mia speranza di curatore è che questo bellissimo rapporto prosegua anche nel futuro.
Il coinvolgimento di Venezia, dei suoi artigiani e delle botteghe: quale il progetto di Homo Faber sulla città?
Venezia è da sempre un luogo in cui si creano oggetti meravigliosi. Qui l’arte, i mestieri, il commercio, l’investimento sul bello hanno dato vita a un contesto unico al mondo. Venezia è ancora animata da una forte energia artigianale; con il progetto Homo Faber in Città abbiamo quindi voluto invitare tutti i visitatori ad andare a scoprire una Venezia diversa, recandosi a visitare atelier, botteghe, gallerie, collezioni legate alla cultura dei mestieri d’arte. Dove ogni giorno, con coraggio e competenza, si crea bellezza.
Homo Faber
10 aprile-1 maggio
Fondazione Cini, Isola di San Giorgio Maggiore e in città
homofaber.com