L’Età dell’adattamento

Naturale, artificiale, collettiva: Carlo Ratti presenta la sua Biennale Architettura
di Marisa Santin
biennale architettura 2025

Ai Giardini, all’Arsenale e mai come in questa edizione disseminata in vari luoghi di Venezia, la prossima Biennale Architettura si propone come un laboratorio per esplorare il ruolo della scienza nell’architettura contemporanea. Più di 750 i partecipanti, fra architetti, ingegneri, scienziati climatici, filosofi e artisti.

…la vera intelligenza è ovunque: dall’ingegno disincarnato dell’evoluzione naturale, alla crescente potenza di calcolo dei nostri computer, fino a una diffusa saggezza collettiva. Per affrontare un mondo in fiamme, l’architettura deve riuscire a sfruttare tutta l’intelligenza che ci circonda».

Carlo Ratti

L’architettura del futuro deve essere sostenibile, adattiva e capace di integrare materiali innovativi, energie rinnovabili e strategie di progettazione partecipativa. Il curatore Carlo Ratti ha delineato i punti programmatici della prossima Biennale Architettura, Intelligens. Natural. Artificial. Collective, concepita come un laboratorio dinamico che ridefinisce i paradigmi della progettazione interrogandosi sul ruolo dell’architettura in quella che Ratti definisce l’“età dell’adattamento”, un’epoca in cui «i sistemi su cui abbiamo a lungo basato la nostra comprensione cominciano a fallire».

Di fronte a incendi devastanti, alluvioni e siccità senza precedenti, la sola mitigazione degli effetti del cambiamento climatico non è più sufficiente; occorre adottare una prospettiva centrata sull’adattamento. Architetti, scienziati del clima e ingegneri, ma anche filosofi, artisti, biologi e programmatori (sono più di 750 i partecipanti invitati da Ratti) sono chiamati a confrontarsi su come le nostre città e il nostro modo di abitare il pianeta possano evolversi in risposta a un ambiente sempre più instabile e su come l’architettura, in questo scenario, possa riaffermare la sua funzione primaria: creare spazi sicuri, inclusivi e vivibili, integrando conoscenze tradizionali e innovazioni tecnologiche.

Il percorso alle Corderie

Il cuore della Biennale Architettura 2025 prenderà forma alle Corderie dell’Arsenale. Il percorso espositivo si articolerà intorno ai diversi tipi di intelligenza evocati nel titolo: naturale, artificiale e collettiva. A introdurre i tre mondi tematici sarà un’installazione nata dalla collaborazione tra la Fondazione Cittadellarte Onlus dell’artista Michelangelo Pistoletto, gli ingegneri climatici tedeschi Transsolar e lo storico dell’ambiente Daniel A. Barber. I dettagli si scopriranno in seguito, se non addirittura a Biennale avviata. Per ora dobbiamo affidarci alle  parole del curatore, che a riguardo ha parlato di «inondazioni artificiali e vortici d’aria rovente».

kengo kuma living structure
Living Structure

La sezione Natural Intelligence presenterà nuove forme di bio-architettura attraverso progetti quali Living Structure, un’esplorazione di Kengo Kuma sulle tecniche di falegnameria giapponese abbinate all’IA, e Matter Makes Sense, che porta alla Biennale decine di esperimenti da tutto il mondo su materiali inediti per le costruzioni.

In Artificial Intelligence robotica, ingegneria e scienza dei dati convergono per mostrare come la tecnologia può influenzare il nostro ambiente costruito e i nostri sistemi sociali. Qui troveranno spazio ricerche di computer vision per la mappatura di città distrutte da bombardamenti, esperimenti sulla robotica per l’edilizia e sistemi di progettazione algoritmica per l’ottimizzazione delle risorse.

Infine, Collective Intelligence celebrerà la conoscenza condivisa e la saggezza collettiva. Dalle favelas brasiliane ai mercati africani, la sezione evidenzia il ruolo della comunità nella trasformazione dell’ambiente costruito.

Ispirata dal pensiero di Martin Rees, Astronomer Royal d’Inghilterra, che ci ricorda che l’esplorazione spaziale non può essere una salvezza, e introdotta da una installazione sonora creata dal compositore Jean Michelle Jarre, la sezione conclusiva Out indagherà il rapporto tra l’architettura e lo spazio cosmico, non inteso come un’alternativa alla vita sulla Terra ma come campo di indagine che può offrire nuove soluzioni per il nostro Pianeta.

Venezia come Laboratorio vivente

Con il Padiglione Centrale ai Giardini temporaneamente inutilizzabile per lavori di ristrutturazione, la Biennale Architettura 2025 si trasferisce anche in altri luoghi di Venezia, disseminando la città di installazioni, prototipi e progetti con l’intento di indagare temi quali la mobilità acquatica sostenibile, la depurazione delle acque lagunari e la resilienza urbana.

manameh pavilion Biennale architettura 2025
Manameh Pavilion

La fusione tra saperi tradizionali e tecnologia emergerà in iniziative ispirate all’architettura vernacolare e indigena, come il Manameh Pavillon, che utilizza tecniche di raffreddamento della regione del Golfo per dimostrare come l’architettura possa adattarsi ai climi estremi, e Terra Preta, una collaborazione tra leader indigeni dell’Amazzonia e architetti internazionali, che si concentra su come le antiche tecniche di gestione del suolo possano ispirare soluzioni abitative sostenibili per le comunità locali.

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