Semplicemente geniale

Un Leone d'Oro per celebrare i 60 anni di carriera di Simone Forti
di F.D.S.

Il Leone d’Oro alla Carriera di Biennale Danza 2023 è stato attribuito a Simone Forti, una figura di artista visionaria ed innovativa abbastanza anomala anche nel panorama assai intrigante e ibridato della danza contemporanea.

Perché Simone Forti rappresenta al meglio l’immagine dell’artista “senza confini”, che nell’arco della sua carriera sviluppatasi dalla seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, non è mai arretrata di fronte a nessuna spinta creativa che la portasse a mettere insieme movimento, improvvisazione, performance, voce, musica, oggetti, in uno sforzo totale di intrecciare discipline e atteggiamenti artistici.
Come ha scritto Wayne McGregor nella motivazione del premio «…Simone Forti ha dato vita ad un corpus di opere – performance, disegni, film, video, fotografie, installazione e scritti – sorprendente per varietà e unico per capacità visionaria».
Nata a Firenze nel 1935, a tre anni emigra coi genitori a Los Angeles a causa delle leggi razziali in Italia, e comincia a frequentare a San Francisco i Dancers Workshop di Anne Halprin, che allora iniziava ad elaborare un rigetto della tecnica e delle convenzioni della danza classica per approdare ad una danza di improvvisazione come parte dell’esperienza anatomica. Nasce qui la caratteri- stica fondamentale dell’arte di Simone Forti: quel suo rifuggire dalla dimensione della coreografia non solo della danza classica ma anche della modern dance allora in auge, a favore del movimento come espres- sione di un corpo pensante, che non sia solo espressione di vitalità biologica ma anche luogo di manifestazione del pensiero, e del logos. Fin dai suoi inizi artistici Forti, nel frattempo trasferitasi a New York dove viene introdotta al lavoro di John Cage, è affascinata dall’ibridazione tra danza e happening e già nel 1961, nel loft di Yoko Ono, propone una performance che unisce movimento ed oggetti, in una elaborazione di azioni quotidiane e semplici come correre, arrampicarsi, stare in piedi aggrappati a delle corde.
Decisiva nel rivoluzionare il concetto di danza e movimento è la performance Dance Construction, che diventerà una specie di marchio dell’arte di Forti: i danzatori uniscono i loro corpi a formare una montagna che ciascuno di loro dovrà affrontare, superare e ridiscendere, in un tentativo incessante e romantico di affermare la na- tura individuale e collettiva, biologica e immateriale, del corpo che possediamo. Un altro momento decisivo nella carriera dell’artista sarà il suo soggiorno, dal 1968 al 1970, a Roma, dove diventa punto di riferimento della galleria L’Attico di Fabio Sargentini. Qui realizza Sleepwalkers, performance che nasce dalle sue visite allo zoo di Roma per catturare il movimento degli animali. Tra gli anni Ottanta e Novanta sviluppa una pratica improvvisativa che si fonda sulla relazione tra parola e movimento e crea le News Animations, ovvero la rappresentazione delle notizie del giornale attraverso il movimento corporeo.

Grazie alla collaborazione con il Museo d’Arte Contemporanea di Los Angeles (MOCA), durante il Festival sarà presentata l’inaugurazione europea della mostra Simone Forti, che celebra sei decenni di folgorante carriera dell’artista. Oltre alle sue Dance Constructions, che saranno eccezionalmente riproposte da un cast di artisti e creativi di Biennale College, verranno esposte all’Arsenale in Sala d’Armi opere su carta, video, ologrammi, ephemera e documentazioni sulle sue performance. Con il Leone d’Oro a Simone Forti, Biennale Danza premia una grande artista, una donna curiosa, impertinente e geniale nella sua semplicità, ed un modello di creatività che ha informato di sé tutta la metà del secolo scorso.

Immagine in evidenza:  Simone Forti © Jason-Underhill 2012. Courtesy of the artist and The Box LA

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